Secondo Confartigianato nazionale, i conflitti in Medio Oriente, il confronto tra Russia e Ucraina e le tensioni tra India e Pakistan rappresentano una seria minaccia per l’export italiano, con 61,4 miliardi di euro a rischio, ovvero il 9,8 % del totale.
l fenomeno non è limitato alle esportazioni: l’Italia importa energia — petrolio, gas e derivati — per 27,6 miliardi di euro, di cui il 40,7 % (circa 11 miliardi) proviene da 17 paesi in situazioni critiche.
Su quali Paesi puntiamo
Le esportazioni del Made in Italy verso 25 Paesi “a rischio” sono distribuite così:
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Medio Oriente: 27,1 mld €
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Egitto, Libia e Turchia: 21,9 mld €
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Russia, Ucraina e Bielorussia: 6,6 mld €
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India e Pakistan: 5,8 mld €
Quasi un terzo di questo export (circa 20,3 mld €) è trainato da micro e piccole imprese nei comparti tipici del sistema artigiano: moda, gioielli, occhialeria, agroalimentare, arredamento e metallici.
I primi segnali preoccupanti
Nel primo trimestre 2025 si è già registrato un leggero calo dell’export complessivo verso queste aree (-0,6 %), con contrazioni significative in Egitto-Libia-Turchia (-14,7 %) e nei Paesi dell’Est (Russia, Ucraina, Bielorussia, -10,4 %).
Tuttavia, alcune destinazioni restano vivaci: il Medio Oriente cresce del +13,7 %, così come India e Pakistan (+6 %). In particolare, spiccano le performance di:
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Kuwait: +154,2 %
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Emirati Arabi Uniti: +21,5 %
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Arabia Saudita: +10,1 %
Controtrend: Turchia (-17,8 %), Libia (-5,5 %), Russia (-17,1 %) e Qatar (-18,3 %), quest’ultimo cruciale per il GNL.
Energia: l’Italia troppo dipendente
Famiglie e imprese italiane importano:
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Petrolio greggio: 13,2 mld € (50,9 %)
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Gas naturale: 8,8 mld € (37,3 %)
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Derivati del petrolio: 5,7 mld € (47 %)
Lo Stretto di Hormuz – crocevia strategico per oltre un quarto del petrolio mondiale e un quinto del GNL — è particolarmente critico. Attraverso questo snodo transitano forniture energetiche per 9,6 mld € (14,2 % del totale), provenienti da Arabia Saudita (3,5 mld €), Iraq (2 mld €), Qatar (2,5 mld €), Emirati (0,7 mld €) e Kuwait (0,6 mld €).
Il presidente di Confartigianato Marco Granelli, sottolinea che il cuore del sistema produttivo italiano — costituito da Pmi e export di eccellenza — necessita:
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Stabilità geopolitica: per tutelare sia esportazioni sia approvvigionamenti.
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Azione diplomatica efficace: volta a de-escalare le crisi.
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Diversificazione dei mercati: ridurre la dipendenza da poche destinazioni.
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Resilienza energetica: sviluppare fonti alternative e infrastrutture robuste
Sfida | Valore | Dettaglio |
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Export a rischio | 61,4 mld € (9,8 % del totale) | Verso 25 paesi instabili |
Energia dipendente | 27,6 mld € import – 40,7 % | 17 paesi critici |
Micro‑imprese esposte | 20,3 mld € di export | Moda, agroalimentare, arredamento… |
In un contesto internazionale segnato da incertezze e instabilità, tutelare il Made in Italy significa proteggere il lavoro, la qualità e la capacità produttiva delle nostre imprese. È fondamentale che le istituzioni, insieme alle realtà associative e imprenditoriali, operino con lungimiranza per garantire continuità agli scambi commerciali, sicurezza energetica e accesso a mercati affidabili. Solo così le piccole e medie imprese italiane potranno continuare a rappresentare nel mondo il valore autentico del saper fare italiano.